Il 28 giugno 2025 entrerà in vigore l’European Accessibility Act (EAA), direttiva europea che imporrà alle aziende di migliorare i propri servizi online. L’obiettivo è quello di agevolare la fruizione dei contenuti per le persone con disabilità, in modo da rendere il web più equo e inclusivo – e noi ne siamo molto felici. 🫶🏼
Ma, nella pratica, cosa implica la normativa? Quali saranno i nuovi obblighi e quale impatto avranno su imprese e professionisti? Come sempre, siamo qui per scoprirlo insieme a te.
Lo stato attuale delle normative
Ad oggi, in Italia, l’accessibilità digitale è regolamentata dalla Legge 4/2004, nota anche come Legge Stanca, aggiornata in seguito all’adozione della direttiva UE 2016/2012 con il D.Lgs. 106/2018. La normativa, però, ha un limite: si riferisce solo agli enti pubblici.
Diversamente, le imprese private non hanno obblighi. Possono decidere di fare riferimento alle WCAG, linee guida internazionali redatte dal W3C, ma si tratta di una scelta libera e arbitraria – il che causa diverse criticità, come:
- disparità nell’accesso ai servizi: se le piattaforme non sono fruibili dalle persone con disabilità, l’accesso alle informazioni è, di fatto, limitato;
- disuguaglianze sociali: la mancanza di regole vincolanti contribuisce tacitamente all’esclusione di una fetta di popolazione;
- frammentazione del mercato: se ogni azienda può operare con criteri differenti, è difficile stabilire standard comuni e coerenti;
- ostacolo all’innovazione: chi non investe spontaneamente in soluzioni accessibili rischia di rimanere ancorato a modelli di business ormai superati, di subire critiche pubbliche e di perdere in competitività.
Le cose non sembrano differenti nel resto del continente: perciò il Parlamento Europeo ha deciso di intervenire.
Come cambia l’accessibilità digitale con l’EAA?
A partire dal 28 giugno 2025, sarà obbligatorio per tutte le aziende rispettare gli standard WCAG 2.1 almeno al livello AA, considerato lo standard di accessibilità digitale più comune.
Ciò significa che applicazioni e siti web dovranno soddisfare specifici requisiti riguardanti:
- il contrasto cromatico tra testo e sfondo;
- la coerenza della navigazione;
- la presenza di etichette e istruzioni chiare per i campi dei moduli;
- la presenza di testi alternativi per le immagini;
- la presenza di sottotitoli nei contenuti multimediali;
- la compatibilità con tecnologie assistive.
Diverse regioni hanno già previsto lo stanziamento di fondi e agevolazioni per supportare le imprese e accelerare la transizione. Saranno, inoltre, introdotti specifici sistemi di controllo per verificare la conformità dei siti web, e il mancato rispetto delle norme potrà comportare sanzioni legali e amministrative.
Chi deve adeguarsi?
L’European Accessibility Act riguarda tanto il settore privato quanto quello pubblico, con particolare attenzione a chi offre servizi essenziali e/o di grande diffusione. Dovranno, quindi, adeguarsi:
- tutte le grandi imprese che operano tramite
- e-commerce;
- home banking e servizi finanziari digitali;
- siti e servizi online di operatori telefonici e internet;
- piattaforme per la prenotazione di viaggi e biglietti online, o per il consulto di informazioni di viaggio;
- piattaforme di streaming, intrattenimento digitale e/o download di file media (e-book);
- servizi digitali di emergenza;
- siti di formazione ed e-learning;
- le piccole e medie imprese (PMI) che commercializzano prodotti digitali o forniscono servizi essenziali.
Sono, tuttavia, previste particolari agevolazioni per le PMI, specialmente nei casi in cui i costi di adeguamento siano sproporzionati al rendimento della realtà.
Benefici sociali ed economici dell’accessibilità digitale
Oltre a un obbligo normativo, l’accessibilità digitale costituisce un’opportunità concreta per costruire una società inclusiva e favorire l’innovazione dei mercati.
Tra i suoi benefici più rilevanti, possiamo menzionare:
- autonomia nell’accesso ai servizi: le persone con disabilità potranno navigare su siti web, app mobili e servizi di e-commerce, banking, istruzione e sanità in modo completamente autonomo;
- inclusione lavorativa: l’inserimento e la permanenza delle persone con disabilità nel mondo del lavoro sarà più agevole, il che contribuirà all’aumento del tasso di occupazione e alla riduzione del divario sociale;
- incremento dei potenziali acquirenti: secondo l’OMS, oltre un miliardo di persone nel mondo vive con una forma di disabilità. Perciò, rendendo le proprie app e siti web più accessibili, le aziende raggiungeranno un pubblico più vasto e diversificato.
In aggiunta, l’accessibilità è un elemento altamente premiato da Google: i siti web che rispettano determinati requisiti ottengono un ranking migliore e maggiore visibilità (in altre parole: SEO🔝).
Vuoi rendere il tuo sito web più accessibile?
Quindi: cosa puoi fare per rendere il tuo sito web conforme all’EAA?
- Svolgi un audit: per prima cosa, esamina le pagine per individuare eventuali barriere o criticità;
- dai priorità alle modifiche obbligatorie: usa contrasti cromatici adeguati, ALT text per tutte le immagini e i video, testi leggibili e interfacce compatibili con screen reader;
- assicura la navigabilità da tastiera: alcune disabilità impediscono agli utenti di usare il mouse. Quindi, fa’ in modo che la tua piattaforma non lo richieda necessariamente;
- forma il tuo team: sensibilizza i dipendenti sull’importanza dell’accessibilità digitale e fornisci loro gli strumenti per rispettarla e implementarla;
- monitora gli aggiornamenti: rimani aggiornatə sulle novità normative e le best practice, così da garantire una conformità continua.
Ti sembra complesso? Beh, forse lo è. Ma è soprattutto una cosa bella: un mattoncino per la costruzione di un mondo giusto, per tuttə.
E se non sai da dove cominciare, non preoccuparti: siamo sempre qui. 🚀