Molte grandi aziende negli ultimi anni hanno avvertito la necessità di rinnovare la propria visual identity. Hai mai fatto caso a quanto è cambiato nel corso del tempo il logo di Google? O quello di Nike? L’attività di rebranding nasce dall’esigenza dell’impresa di svecchiare o modificare la sua immagine per stare al passo con le esigenze del mercato.
Il primo step dell’operazione di rebranding riguarda l’elemento più caratteristico e distintivo di ogni realtà: il logo. Le sue funzioni principali sono quelle di rendere il brand riconoscibile e catturare l’attenzione dei consumatori. È di fondamentale importanza, quindi, mantenere un’immagine dell’azienda moderna e in linea con i tempi, prestando attenzione alle tendenze del momento e ai cambiamenti che avvengono all’interno del proprio bacino di utenza.
In questo articolo spieghiamo cosa si intende per restyling del logo, come e quando è opportuno effettuarlo e quali sono le strategie vincenti. Buona lettura!
Cosa si intende per restyling del logo
Conosci il detto “l’abito non fa il monaco?”. Ecco, quando si parla di brand identity, e più nello specifico di visual identity, questo non è del tutto vero. Il logo è la prima cosa che si vede e che presenta l’azienda, deve essere capace di esprimere, con un colpo d’occhio, i suoi valori e la sua filosofia. Quindi sì, in questo caso l’abito fa il monaco.
A seconda dei prodotti offerti, del target a cui ci si rivolge, e dei valori che si vogliono comunicare, il logo dovrà avere tratti caratteristici differenti. Dovrà essere in grado, per esempio, di trasmettere serietà, oppure svago, o ancora delicatezza o professionalità. Tutto questo passa attraverso una meticolosa scelta di elementi grafici e di design che rappresentano il brand a 360°.
Realtà affermate che operano sul mercato da molti anni hanno sentito la necessità di ammodernare la loro immagine. L’attività di restyling consiste in una serie di interventi “soft” volti a modificare il logo, giocando su font, colori e forme. L’obiettivo è, ovviamente, quello di mantenere il logo efficace per un pubblico dinamico e in continua evoluzione.
Vediamo ora nello specifico quando è necessario intervenire con un lavoro di restyling per dare nuova vita alla propria impresa.
Quando è utile per le imprese effettuare un restyling del logo
Ci sono momenti nella vita di un’azienda in cui un restyling efficace del logo risulta fondamentale, se non addirittura indispensabile, per la sua sopravvivenza sul mercato. Conoscere a fondo il proprio brand e la realtà in cui opera aiuta ad individuare con facilità i motivi per cui è necessario introdurre un cambiamento. Vediamone i principali.
1. Esigenza di rinnovamento
Con il passare degli anni, l’impatto comunicativo del logo può risultare minore e non così incisivo. Un logo percepito come obsoleto, a causa per esempio del font utilizzato e dello stile scelto, rischia di veicolare l’idea di un’azienda che fornisce prodotti ormai appartenenti al passato. L’innovazione passa anche attraverso una rivisitazione della propria immagine, in grado di trasmettere ai consumatori un sentimento di fiducia e progresso.
2. Cambiamenti all’interno e all’esterno dell’azienda
Se si pensa ad un’impresa in evoluzione che diventa più moderna, si apre a nuovi mercati o lancia nuovi prodotti, è facile intuire come possano variare le sue esigenze comunicative. Inoltre, il target di riferimento è estremamente dinamico, la sua composizione, i suoi bisogni e i suoi gusti cambiano continuamente, così come la percezione che ha delle cose. La necessità di rinnovamento nasce dall’esigenza di un brand di risultare appetibile in un mercato in continua evoluzione.
Inoltre, anche importanti avvenimenti all’interno dell’azienda, come fusioni o rinnovamenti ai vertici, possono giustificare interventi sul logo, affinché rispecchi al meglio la nuova realtà.
3. Avvento del digitale
Una delle caratteristiche fondamentali del logo è la versatilità, ovvero la sua capacità di adattarsi ad ogni strumento comunicativo (manifesti, flyer, brochure, espositori). Al giorno d’oggi, questo aspetto risulta particolarmente importante se pensiamo a quanto siano aumentate le possibilità comunicative in seguito all’avvento delle nuove tecnologie. Un logo moderno deve poter essere facilmente riprodotto anche su supporti tecnologici senza perdere efficacia e riconoscibilità.
Nel caso in cui il logo attuale dell’azienda non sia riproducibile, per esempio, nella pagina del proprio sito web, nasce un evidente bisogno di restyling.
Come costruire il nuovo logo dell’impresa
L’ingrediente segreto della ricetta per il logo perfetto è solo uno: SEMPLICITÀ. Seguendo una filosofia basata sul principio del “less is more”, la tattica vincente per creare un logo di successo e al passo con i tempi è svilupparlo partendo dai canoni estetici e grafici richiesti dal web.
Le strategie comunicative del passato erano ovviamente pensate per i mezzi comunicativi di allora, principalmente carta stampata e cartellonistica stradale. È ovvio, quindi, che i loghi dovessero essere particolarmente ricchi per catturare gli occhi del consumatore. Inoltre, in un dopoguerra in cui molta gente usciva dalla miseria, un’immagine ricca e sfarzosa dava un’idea di benessere e prestigio.
Al giorno d’oggi, invece, la situazione risulta molto diversa. In un mondo costantemente invaso da contenuti e informazioni, vincono l’essenzialità e la semplicità. Di conseguenza, si punta a loghi puliti, liberati da elementi grafici superflui e immediatamente riconoscibili. Esempio perfetto di questo stile è il logo di Nike. Dopo numerose varianti in cui venivano abbinati e sovrapposti simbolo e nome, oggi si presenta nella sua versione più essenziale costituita solo dalla famosa “swoosh”.
Prima di intervenire graficamente sul logo, è necessario studiare vari aspetti in modo da essere sicuri di effettuare modifiche mirate e veramente efficaci. Occorre analizzare, per esempio, il logo precedente e come esso viene percepito dagli utenti, individuando così eventuali problemi comunicativi da risolvere. Si devono poi osservare attentamente i loghi dei competitors, per essere sicuri di differenziarsi da tutte le altre realtà, specialmente quelle che operano nello stesso settore.
Nel concreto, per quanto riguarda la scelta dei caratteri tipografici e della palette di colori è importante conoscere quali emozioni essi sono in grado di veicolare. Ad oggi, vanno per la maggiore i caratteri sans-serif, lineari e facilmente leggibili, e le scritte in maiuscolo. La selezione dei colori, invece, è strettamente legata all’identità dell’azienda e al settore in cui opera.
Esempi di restyling di loghi di successo
La storia è piena di esempi molto ben riusciti di restyling del logo. Analizziamo ora i casi di famose multinazionali che hanno deciso di rinnovare la propria immagine, esempi perfetti dei motivi elencati in precedenza.
Audi: una storia di fusioni
La storia di questa casa automobilistica ha inizio nel 1909, con il primo logo Audi scritto in corsivo. Nel 1927 viene acquistata dalla DKV, un’importante azienda tedesca, che fallisce nel 1932 e si fonde con la casa automobilistica Wanderer. In questa occasione nasce il famoso logo composto dai quattro anelli, simbolo delle quattro principali aziende automobilistiche tedesche (Audi, DKV, Wanderer e Horch). Gli anelli diventeranno il vero simbolo del brand. Un tempo resi in 3D, al giorno d’oggi gli anelli sono più semplici e piatti, neri su sfondo bianco. Il restyling ha portato alla creazione di un logo pulito ed elegante per l’impresa, senza nessun elemento superfluo.

Eni Gas e Luce: restyling del logo esempio di rinnovamento
L’iconico logo del cane a sei zampe dalla cui bocca esce una fiamma rossa compare per la prima volta nel 1952. Le zampe stavano a simboleggiare l’unione delle quattro ruote della vettura con le due gambe dell’automobilista, una simbiosi che sapeva di progresso. Negli anni successivi, di pari passo con la crescita dell’azienda, viene eseguito il restyling del logo, che subisce modifiche in fatto di stile e colori. Negli anni ’70 compare per la prima volta il colore giallo.
Un altro intervento sul logo viene effettuato nel 1992 in occasione della privatizzazione dell’azienda e della conseguente quotazione in borsa. Un cambiamento di tale portata necessitava certamente di una nuova immagine, in linea con il nuovo contesto e la nuova organizzazione aziendale. Significativa risulta, poi, l’ultima modifica effettuata nel 2022: Eni Gas e Luce diventa Eni Plenitude. Il nuovo nome mantiene un legame con la tradizione includendo la parola “Eni”, ma allo stesso tempo guarda al futuro. L’azienda, infatti, si impegna nel campo della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica. Questo messaggio viene comunicato tramite l’utilizzo del colore verde per il cane a sei zampe, simbolo della transizione energetica, e il sole che sostituisce la fiamma.

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