Oggi parliamo di playlist. Cioè, non proprio. Ma partiamo da quelle. Ti sarà sicuramente capitato di crearne una – probabilmente molte di più. E certamente ognuna è diversa dalle altre. Il motivo è chiaro: ciascuna risponde a un’esigenza specifica.
Non abbiamo accesso al tuo account Spotify (giuriamo!), ma siamo abbastanza sicuri che nella tua compilation da palestra non ci siano brani di Ultimo. Così come in quella da viaggio in macchina di un diciassettenne non ci sono canzoni spirituali degli indiani d’America.
Bene: il piano editoriale è come una playlist. Deve essere adeguato al pubblico (niente Kanye West per gli amanti del country) e al contesto (niente Mozart per la lezione di spinning). Deve sfruttare le piattaforme giuste (Netflix non va bene per la musica) e considerare bene le tempistiche (due canzoni da tre minuti non sono sufficienti per un viaggio di dodici ore).
Perciò, come creare un piano editoriale che funziona? Scopriamolo.
Cos’è il piano editoriale?
Iniziamo con la definizione da manuale: il PED (Piano EDitoriale) è quella cosa che descrive la frequenza, i temi e i formati dei contenuti da postare sui canali di comunicazione – di solito, i social media e/o il blog aziendale.
Perché sia efficace, deve essere preceduto da un’analisi dettagliata del target di riferimento, del mercato e degli obiettivi. Solo così può assolvere ai suoi compiti primari: fare engagement e aumentare la brand awareness.
Creare un piano editoriale ben strutturato, infatti, permette di:
- formulare uno storytelling: con la pubblicazione di post regolari e coerenti, il brand ha la possibilità di raccontarsi nel tempo;
- identificare i valori chiave: se ben progettati, i contenuti possono veicolare un unico grande messaggio e trasmettere i principi aziendali;
- aumentare le interazioni: l’offerta continuativa di informazioni utili genera un senso di fiducia e coinvolgimento negli utenti, incoraggiando il dialogo e la partecipazione.
Realizzato il PED, si può procedere con il calendario editoriale – no: piano e calendario non sono la stessa cosa.
Il calendario editoriale
In poche parole, il calendario editoriale è la traduzione operativa del PED. Se nel piano si definiscono gli argomenti, i formati e le frequenze di pubblicazione generali, nel calendario si programma ogni singolo contenuto specifico – data, orario, copy, creatività, hashtag.
A che serve? Ottima domanda. Ti rispondiamo con uno splendido elenco puntato (di nuovo) – abbiamo molti mercurio in vergine in ufficio, si vede?
Grazie a un calendario editoriale, potrai:
- migliorare la gestione del tempo: sapere esattamente cosa, quando, dove e come postare ti farà risparmiare tempo nel quotidiano;
- evitare le ridondanze: con una panoramica completa dei contenuti già pubblicati e da pubblicare, sarà più facile diversificare le creatività;
- ottimizzare le risorse: stabilendo il lavoro in anticipo, potrai distribuire i task tra i membri del team in modo efficace;
- avere una presenza costante sul web: se pianifichi per tempo, nessun imprevisto dell’ultimo minuto potrà impedirti di pubblicare.
Naturalmente, creare un piano editoriale approfondito ti aiuterà a ottenere un calendario quanto più completo, coerente ed efficace possibile. Come disse Charles R. Swindoll, la differenza tra qualcosa di buono e qualcosa di grande è l’attenzione ai dettagli.
Come creare un piano editoriale: 5 cose da sapere
Okay, abbiamo visto cos’è un PED e quali sono le differenze con il calendario. Adesso, è tempo di scoprire come creare un piano editoriale efficace.
Definisci un obiettivo chiaro
Come sempre, per percorrere la strada giusta bisogna sapere dove si va. Il PED è solo uno strumento che serve a raggiungere qualcosa: perciò, la prima cosa da fare è definire il tuo qualcosa. Se vuoi spingere un prodotto, i post dovranno parlare di quello. Se vuoi attirare più lead, sarà utile dare un volto all’azienda (ad esempio, con dei video parlati) e condividerne i valori. E così via.
Analizza l’audience
Lo stesso contenuto può assumere forme differenti a seconda del target di riferimento. Puoi raccontare la colonizzazione dell’America con il cartone di Pocahontas o con un podcast di Alessandro Barbero: dipende da chi è l’interlocutore. Per creare un piano editoriale efficace, devi conoscere (bene) il tuo pubblico.
Adegua la comunicazione al target
Il Tone of Voice e le creatività devono soddisfare le esigenze degli utenti. Se ti rivolgi a una fascia compresa tra i 50 e i 60 anni, un linguaggio informale potrebbe non essere adeguato. Similmente, se parli ai giovani ti sconsigliamo di utilizzare copy lunghi e artificiosi. Anche i formati devono essere adatti: il tuo pubblico preferisce video, articoli di blog, infografiche o newsletter?
Seleziona le piattaforme giuste
Purtroppo per i nostri Social Media Manager, non si può pubblicare indistintamente su tutti i social media. O, meglio, si può, ma non serve a niente. I canali devono essere selezionati in base alla tipologia di contenuti: ad esempio, TikTok è più efficace per i video, LinkedIn per gli articoli professionali, Instagram per le immagini e i caroselli. Una buona strategia può essere quella di analizzare le piattaforme: cosa performa meglio e dove? In base ai risultati, puoi scegliere le opzioni migliori per il tuo PED.
Non sottovalutare il tempo
Presi dall’entusiasmo di un’idea che funziona, tutti vorremmo pubblicare ogni giorno. Ma, quasi sempre, è impossibile. Definisci una frequenza di pubblicazione realistica: sii consapevole del tempo che hai a disposizione per scrivere i copy, realizzare le creatività e programmare il calendario. Così, sarà più facile attenersi al piano e mantenere la costanza.
Sappiamo cosa pensi: creare un piano editoriale è un grandissimo sbattimento. È vero. Ma, per tua fortuna, ci siamo noi. Contattaci: faremo con piacere il lavoro sporco.